Molti anni fa mi misi in cammino.

I disagi che avvertivo dentro di me erano immensi, insopportabili.

Eppure un istinto di sopravvivenza che non aveva altro a cui aggrapparsi faceva buon viso a cattivo gioco.. stringevo i denti e andavo avanti.

Ero un ragazzo, mi aiutavano a sopravvivere la musica, la poesia, la filosofia, due o tre amici intimi e il sogno di una vita diversa di cui mi sembrava di sentire arrivare una lontana eco da racconti di libri esotici e qualche buon film.

Sentivo che dentro di me doveva esserci qualcosa di diverso.

Lo vedevo anche quando mi confrontavo con gli altri, inevitabilmente come si fa sempre.

Forse succede anche a te..

Mi sentivo disadattato, anche se facevo finta che potesse andare bene.. a volte avvertivo di essere semplicemente inadeguato, altre solo con un sottile disagio sopportabile ma costante..

Eppure vedevo anche che la maggior parte delle persone con cui avevo a che fare non sembravano avere una certa sensibilità diversa che in qualche modo mi turbava e mi sembrava essenziale..

Come può il mondo andare così? Come possono gli esseri umani dare tanta importanza alle cose che non ne hanno veramente? Come può essere possibile andare avanti e far finta di niente mentre tanta sofferenza si nasconde nelle case, nei luoghi di lavoro, nei cuori delle persone..?

Nel bene e nel male vivevo queste contraddizioni e questo essere diverso.. ma non sapevo che sarebbe arrivato il momento di fare i conti con me stesso!

Dopo molte distrazioni, ribellioni ed un certo entusiasmo tutto questo miscuglio di contraddizioni andò a sbattere contro il punto limite.

Nel 1997 all’età di ventiquattro anni una profonda crisi fisica, mentale e psicologica mi impose di fermarmi, chinare il capo e ricominciare da dentro di me.

‘Lascia perdere tutte le cose esterne di cui ti lamenti o che giudichi, lascia perdere tutto ciò che vedi che non va o che vorresti diverso..

Adesso affronta te stesso, e tutte le piccole e grandi questioni che ti porti dentro, fallo con pazienza come quando si dipana una matassa nodo a nodo.. Un pezzo alla volta.. Ma inizia. E’ l’unica possibilità.’

Quella crisi fu naturalmente la cosa migliore che potesse accadermi, per quanto difficile e dolorosa.

Tutto era già scritto.

Così scoprii che altri nel mondo avevano già vissuto quello che vivevo io, e che ne avevano tratto la forza e l’amore per crearsi una vita reale veramente diversa.

Mi nutrii delle loro storie, dei loro racconti e delle vie che avevano lasciato per gli altri.

Fino a che incontrai la Tradizione. Incontrai prima il maestro della tradizione, il suo amore e la sua inflessibilità di conoscenza.

Poi il Sogno sorse dentro di me.

Man mano che andavo avanti si manifestava sempre più chiaramente, nel mio intimo e nei momenti speciali in cui lo condividevo con gli altri.

Fu lì che iniziò tutto.

Un fuoco sacro nel mio corpo e nei miei intenti prese la direzione della guarigione prima, delle dimensioni spirituali poi e di un bene condiviso con gli altri infine.

Sentii che si chiamava Sogno.

Un bene messo a disposizione di chi cerchi qualcosa di diverso, in momenti e con strumenti che aiutano ed aiutavano a renderlo vivo, chiaro ed acceso.

Da quel momento non feci altro che dedicarmi al Sogno. A credere in esso. A coltivare e ritrovare il Sogno e la sua direzione in ogni momento che potevo e ricordavo. Soprattutto in quelli difficili, ma anche in quelli belli.